16/07/2018
Un'occasione di aggiornamento e confronto tra docenti di lingua, che metteranno in comune le loro esperienze professionali per delineare le prospettive future, teoriche e pratiche, e le migliori strategie didattiche da applicare per affrontare una tematica di grande importanza: il rapporto tra la dislessia e l'apprendimento dell'inglese. È questa l'opportunità offerta del seminario formativo gratuito per insegnanti “Dyslexia and Second Language Acquisition”, organizzato da Cambridge Assessment English in collaborazione col Centro Linguistico di Ateneo dell'Università del Salento, che si terrà il prossimo 19 luglio in piazzetta Tancredi 7 a Lecce. “Come Cambridge English vogliamo essere al fianco di ogni studente, chi ha bisogni specifici deve essere aiutato con tutti gli strumenti possibili nel proprio percorso di apprendimento e certificazione dell’inglese”, sottolinea Sarah Ellis, Senior Manager Assessment, Learning and Professional Development di Cambridge Assessment English, soffermandosi su come questo evento si inserisca nel percorso di promozione della conoscenza della lingua inglese di Cambridge English.
Le problematiche legate alla dislessia
Il seminario, che si svolgerà in lingua inglese e si rivolge sia a docenti di lingue e lettori universitari che a insegnanti della scuola, inizierà con una fase introduttiva teorica, per delineare con precisione i contorni dell'argomento. Ma assumerà poi rapidamente una forte impronta pratica con un workshop, come spiega la principale relatrice del seminario, la professoressa Elena Torsello, insegnante di lingua inglese in una scuola secondaria di secondo grado e collaboratrice dell'Università del Salento con una specializzazione accademica e post-universitaria sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA). “Partiremo dalla definizione di dislessia - racconta - per poi soffermarci sulle difficoltà di apprendimento che essa comporta prima a livello generale e poi specificatamente con la lingua inglese”. Problematiche che sono in particolare legate a una precisa caratteristica dell'inglese: “È una lingua piuttosto difficile per i soggetti dislessici soprattutto per la sua “opacità” che si traduce in una non corrispondenza tra fonema e grafema, diversamente da come accade invece ad esempio nell'italiano”. Ciò finisce per influire sull'acquisizione di tutte le abilità fondamentali (listening, speaking, reading e writing), con difficoltà legate ad esempio allo spelling, alla pronuncia, al riconoscimento dei vocaboli e alla loro trascrizione, alla decodifica e alla comprensione di testi.
Approcci didattici concreti: colori, mappe e percorsi guidati
L'evento leccese esporrà con esempi specifici degli accorgimenti didattici concreti che si possono attuare per favorire l'apprendimento dell'inglese per gli studenti dislessici. La professoressa Torsello, che per Cambridge University Press è stata anche curatrice di due volumi strutturati espressamente per alunni con questo disturbo, mostrerà nella pratica il passaggio da un testo “tradizionale” a uno opportunamente modificato per le esigenze dei ragazzi dislessici, offrendo ai partecipanti indicazioni direttamente applicabili in aula. Interventi ispirati alla massima chiarezza e semplificazione, con l'eliminazione di tutto ciò che risulta superfluo e può generare confusione, e alla creazione di un percorso “guidato” e multisensoriale per lo svolgimento degli esercizi. Nel confezionamento del testo su cui lavorare possono ad esempio essere innanzitutto utili l'uso di un font ad alta leggibilità, il passaggio dalle classiche due colonne a quella unica e l'utilizzo di colori per evidenziare le informazioni fondamentali.
Esercizi mirati
“Per fare alcuni esempi concreti - spiega Torsello - negli esercizi di comprensione del testo in cui occorre rispondere a delle domande è proficuo che i quesiti siano evidenziati con lo stesso colore che caratterizza la parte del testo che contiene le informazioni legate alla risposta da dare”. Si può ricorrere ai colori anche per creare mappe grammaticali dedicate nelle quali, ad esempio, una tinta indica la forma interrogativa e altre due quelle negativa e interrogativa, mentre per quanto riguarda il listening “vista la difficoltà che il soggetto dislessico può avere nel memorizzare le informazioni, le domande susseguenti all'ascolto possono essere semplificate prevedendo la possibilità di risposte a scelta multipla o che richiedano solo il completamento di una frase già preimpostata”. Nella produzione scritta, legata anche all'arricchimento del vocabolario, può essere infine utile fornire al ragazzo un modello del testo da redigere (accompagnato da un'apposita legenda esplicativa) al quale affiancare un testo che lo studente deve completare.
L'importanza del confronto tra docenti
“Tutto ciò che verrà affrontato nel seminario - conclude Torsello - nasce dalle esigenze reali che si riscontrano ogni giorno all'interno delle aule, con tanti alunni con esigenze differenti e il docente che ha la necessità di trovare il modo di attuare interventi mirati per i bisogni di ognuno”. Per questo la formazione, l'aggiornamento e il periodico confronto tra gli insegnanti e gli altri operatori del settore è fondamentale: “È in occasioni come queste che c'è davvero la possibilità di fare emergere le difficoltà reali e analizzare i diversi possibili approcci per risolverle che i vari insegnanti hanno attuato nella loro attività didattica. Nel caso della tematica della dislessia questi eventi sono fondamentali per accelerare il percorso verso la creazione di una scuola realmente inclusiva per tutti”.